Io che ho conosciuto il vampiro più buono del cinema italiano. Chi è Mirko Giacchetti, il William di Caleb, film di Roberto D’Antona

L’incontro che non ti aspetti: Aurora Sansotari (Blogger di professione) e Mirko Giacchetti (che, per un giorno, lascia a casa l’aria da vampiro).

Confidenze di un vampiro (che vampiro non è). “La sensualità? Nei rapporti di coppia, da sola non basta. E ai giovani dico di reagire alle difficoltà, conoscendo se stessi”, Mirko Giacchetti.

“Essere, o non essere, è questo il dilemma”, è quanto recita Amleto nell’ iconica tragedia di William Shakespeare . E questo, Mirko Giacchetti deve saperlo bene, perché tutto potevo aspettarmi tranne che incontrare un vampiro buono. Lo dice in prima battuta: “Sono innocente, timido, incapace di difendermi da qualunque tipo di malizia”. Ma io non gli credo, incalzo, lo metto alle corde. “Ieri mi dicevi che sei un angioletto solo quando dormi”, gli dico.  Addolcisco i toni, lo porto dove dico io e lui ammette: “Sin da adolescente, ho avvertito una particolare fascinazione per la figura del vampiro; è come se lo avessi dentro da sempre”. A quel punto, è naturale. Sento una pulce nell’orecchio, e ironizzo. “Un’infanzia tranquilla mi auguro”. Ma non mi ci vuole molto per capire che i tempi dell’intervista sono stretti. Così, penso. Così, leggo ad alta voce uno dei brani cult del romanzo gotico più riuscito di tutti i tempi, Dracula di Bram Stocker (1897).

Fui sposato una volta, sembrano secoli ormai. Ella morì: fu fortunata, da allora la mia vita è tuttalpiù miserevole.

Conte Dracula

Allora, in quel preciso momento in cui si racchiude il significato del nostro incontro, è facile intuire (sentire) quella certezza ineludibile che è in ognuno di noi. “Un uomo cattivo non sarà mai soltanto cattivo, e un uomo buono non sarà saltanto un uomo buono”. E questo lo dico io, insieme al fatto che Mirko Giacchetti è il vampiro più dolce del cinema italiano. Perché, in fondo, è chiaro a tutti. I vampiri  sono creature demoniache, ma è pur vero che conoscono l’amore profondo e il sacrificio della perdita. “Dracula, in realtà, è una storia d’amore. Il Conte, personaggio principale che si trasforma in un mostro a seguito del suicidio dell’amata avvenuto per la falsa notizia della sua morte sul campo di battaglia, incontra l’amore quando ancora è un essere umano. Con il passare dei secoli, divenuto il temibile Conte Dracula, ha poi la fortuna di rincontrare quell’amore in Mina Murray (in seguito sposata Harker), e proprio attraverso di lei cerca di recuperare la sua parte umana. Però, non bisogna dimenticare che Dracula non si fa scrupoli ad uccidere tutti quelli che tentano di tenerla lontana da lui, nutrendosi del loro sangue. Per cui, nonostante tutto, rimane un vampiro fatto e finito”, spiega l’attore.

La sensualità nei rapporti di coppia

All’amore viscerale si unisce un certo tipo di passione, e non è un caso che, in film capolavoro come Intervista col vampiro di Neil Jordan del 1994, si narrino proprio degli amori particolarmente lussuriosi. “Il film è bellissimo, e ne consiglio la visione a chiunque. Louis (Brad Pitt) è un nuovo tipo di vampiro, diverso da Lestat e Armand che sono rispettivamente interpretati da Tom Cruise e Antonio Banderas. Lui è più vicino agli umani, tocca con mano certi sentimenti, e c’è una fine, quella del film e che non rivelo, in realtà molto significativa”, commenta l’attore. Ma se il  tema dominante è l’amore tra vampiri, allora si può fare riferimento ad un altro film. “Si tratta di Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch che mostra la routine di un rapporto tra due vampiri che, vivendo in città distanti, si ritrovano e si amano in modo diverso rispetto a quello che ci si può aspettare. Il loro sembra un amore profondo, nonostante la sensualità, intesa come forza attrattiva, sia la loro qualità più grande”, continua Mirko Giacchetti. E così fibrillo, sento le corde del cuore vibrare, e chiedo: “Se è così, la sensualità che valore ha nei rapporti di coppia?”. La risposta sembra scontata. “La sensualità da sola non basta”, mi dice.

Il valore del dark e i giovani

“Il dark, come quesi tutto nella nostra vita, è soltanto un’etichetta sotto la quale si nasconde molto altro. E’ quella situazione oscura, associata molto spesso alla malinconia e alla sofferenza, in cui è possibile, però, trovare le forze e le energie per andare avanti. Mi piace pensare che tanto più sia oscura l’ombra, tanto più sia forte la luce”, ha affermato Giacchetti. Non è semplice, soprattutto per gli adolescenti, vivere la condizione di isolamento attuale in cui ci sentiamo menomati nella parte più bella della vita, quella in cui siamo di fronte agli interlocutori. “Ad un ragazzo in difficoltà, potrei rivolgere un invito. Ok, siamo d’accordo, è un periodo particolare. Ma prova a sfruttarlo a tuo vantaggio, cercando, soprattutto,  di approfondire la conoscenza che hai di te stesso”, conclude (permettetemi l’azzardo) il solito Mirko.

Sorry! This product is not available for purchase at this time.

3 pensieri riguardo “Io che ho conosciuto il vampiro più buono del cinema italiano. Chi è Mirko Giacchetti, il William di Caleb, film di Roberto D’Antona

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora